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Testo integrale originale dello spettacolo “La città di pietra” di Dario Carmentano

Prima rappresentazione 18-12-2022 / Palazzo Malvinni Malvezzi

Voce recitante: Giuseppe Ranoia

Musiche originali: Pino Basile, Michele Ciccimarra, Loredana Paolicelli, Mirko Macina

Dario Carmentano – Autore del testo de “il Ponte” , testo originario de La Città di Pietra Opera visuale rappresentata nel 2010 con la regia di Giorgio Barberio Corsetti e Geraud Didier, parla di una arcaica città, immersa nel suo profumo di fresco, nel silenzio, fiera del suo decoro e della sua dignità, dedita alla parsimonia ed alla sacralità ed al contempo vincolata dai suoi pregiudizi, dalla superstizione e dall’isolamento atavico in cui si è rinchiusa. Il racconto parla di un viaggio, un viaggio brevissimo di poche centinaia di metri, la distanza che separa la città dal sottostante torrente, che inaspettatamente durerà diversi anni e che trasformerà radicalmente la comunità che abita la città di pietra. Si racconta degli abitanti della città di pietra, esseri bui, dalle ossa nere, che fuori dalle loro tane non parlano mai, neanche una parola, solo nelle tane, al tramonto, al rientro dai campi, si danno la parola senza digiunare nessuna grazia. E’ una comunità in cui vige un’armonia perfetta rafforzata dalla sua immutabilità, il rapporto con la natura ed il paesaggio è idilliaco, essi amano il loro bosco con gli occhi, visto che mai nessuno si è mai inerpicato sulla parete rocciosa a strapiombo che li separa dal bosco. Il sapere viene trasmesso attraverso il corpo, attraverso la gestualità e non per mezzo della parola. Lucculo, il profeta o lo scemo del villaggio è segnato da un destino che lo porta a gridare già da quando è nel grembo di sua madre e la sua nascita non sarà casuale ma foriera di un grande stravolgimento che impegnerà la sua comunità. Si racconta anche della paura della luna, gli abitanti della città di pietra temono la luna, quando questa impera in cielo nessun abitante della città di pietra osa uscire dalla propria tana, si potrebbe ammalare mortalmente. Questa paura è la misura dei limiti che porta la superstizione. In verità il racconto si ispira alla città di Matera, ipotizza una immaginaria ma plausibile genesi dei Sassi di Matera e mette insieme le ragioni esistenziali che nei millenni hanno connotato in maniera del tutto specifica la città di Matera.